domenica 22 settembre 2019

JUVE: AUMENTO DI CAPITALE DA 300 MILIONI


JUVE: AUMENTO DI CAPITALE DA 300 MILIONI

Le Asimmetrie Informative della Pecking Order Theory

I possibili scenari futuri per gli speculatori e gli investitori.




Un'azienda produce in esclusiva 1.000 barrette al cioccolato. Un cliente le acquista tutte con l'intenzione di venderle ad € 1,40 l'una. Ad un certo punto l'azienda ne produce altre 300. A quanto pensate che il cliente possa rivendere le sue 1.000 barrette?

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Torino, 20 settembre 2019 - Il C.d.A. di Juventus Football Club S.p.A. ha approvato il progetto di bilancio d’esercizio al 30 giugno 2019, il Piano di sviluppo per gli esercizi 2019/2020 – 2023/2024 e la proposta (art.2443 cod. civ.), all'Assemblea convocata per il 24 ottobre 2019, di aumentare il capitale sociale di 300 milioni di euro.

L’esercizio 2018/2019 chiude con ricavi pari a € 621,5 milioni (+€ 116,8 milioni rispetto all’esercizio 2017/2018) e una perdita di € 39,9 milioni che evidenzia una variazione negativa di € 20,7 milioni rispetto alla perdita di € 19,2 milioni dell’esercizio precedente.

Al 30 giugno 2019 i ricavi sono in crescita (+23,1%) ma lo sono pure i costi operativi (+19,6%),  - principalmente pesano i costi per il personale tesserato - gli ammortamenti ed accantonamenti. L'indebitamento finanziario netto ammonta a 463,5 milioni con un incremento annuo di 153,7 milioni rispetto al dato di € 309,8 milioni del 30 giugno 2018.
Ricordiamo che il 13 febbraio 2019 è stato collocato con successo un prestito obbligazionario non convertibile per un ammontare di € 175 milioni con scadenza 19 febbraio 2024, riservato a investitori qualificati, il c.d. "Ronaldo Bond". L'aumento dell'indebitamento è dovuto sia al Bond  sia al saldo negativo dovuto al tesseramento degli altri giocatori. 


A COSA SERVE QUESTO AUMENTO DI CAPITALE?

L’aumento di capitale (ADC) proposto si inserisce nelle azioni previste dal Piano di sviluppo per gli esercizi 2019/2020 – 2023/2024 ed è principalmente finalizzato a:

1 finanziare gli investimenti utili al mantenimento della competitività    sportiva;

2 sostenere la strategia commerciale per l’incremento dei ricavi e della visibilità    del brand Juventus nei mercati internazionali;

3 rafforzare la struttura patrimoniale della Società


Generalmente l'aumento di capitale a pagamento avviene per due motivi:

1) Reperire liquidità per investimenti;

2) Ricostituire il capitale sociale a causa di una situazione finanziaria negativa.

Nel primo caso l’aumento di capitale è visto di buon occhio dal mercato, visto che le risorse finanziarie raccolte andranno a finanziarie investimenti possibilmente produttivi e quindi la crescita futura. Nel secondo caso l’aumento di capitale viene attuato in momenti di crisi aziendale ed è quindi prodromico ad una valutazione negativa, nella maggior parte dei casi, da parte del mercato.

Il piano pluriennale le contempla entrambe con l'accento più spiccato verso lo sviluppo degli investimenti ed il sostegno alla crescita dei ricavi e, anche se non esplicitato chiaramente l'ADC è richiesto a sostegno del piano. Il management vuole puntare sullo sviluppo del brand e slegare l'andamento della società dai risultati sportivi; una via più commerciale e di prestigio. Ma c'è da dire che il Patrimonio Netto della società nel triennio è sceso da 93,8Mio a 72 e adesso è a 31,2 e se leggiamo l'outlook del bilancio di Exor  (Holding di casa Agnelli che detiene il 63,8% di Juve) anche per il 2020, nel prossimo bilancio bianconero, attualmente, è prevista una chiusura negativa. Su questo aspetto l'ADC è precauzionalmente dovuto.


ASIMMETRIA INFORMATIVA. PECKING ORDER THEORY

Nelle decisioni di investimento i manager sono più informati degli azionisti sulle prospettive, i rischi ed il valore della loro impresa. Gli azionisti tendono a interpretare un aumento di capitale come un messaggio di sopravvalutazione del prezzo delle azioni della società che emettono i nuovi titoli per finanziarsi.

Secondo questa Teoria (POT) le imprese per finanziare la loro attività compiono una graduatoria delle scelte di finanziamento in base alle regole del mercato e all'esposizione ai rischi di asimmetria informativa. Molte grandi imprese, sembrano seguire un “pecking order” (lett. “ordine di beccata”, spesso tradotto con “ordine gerarchico”).

Questo porta a un ordine di scelta, in cui l’investimento prima è finanziato con fondi interni, soprattutto utili reinvestiti, poi con nuove emissioni di debito (Bond) e infine con nuove emissioni di azioni. Iniziano cioè con il debito, poi forse utilizzano i fondi ibridi come le obbligazioni convertibili e infine, come ultima risorsa, le azioni.

Tale comportamento sembra prevalere fino al punto di decidere di tagliare alcuni progetti di investimento, piuttosto che attivare fonti di finanziamento non gradite come l'ADC. Nella gran maggioranza dei casi, l’annuncio da parte di una società della decisione di aumentare il capitale determina sensibili cali nel prezzo delle azioni.*

*La previsione che l'annuncio di un'emissione di titoli farà immediatamente scendere il prezzo fu confermata da molti studi, inclusi Asquith e Mullins (1986). La perdita media di prezzo è circa il 3% della capitalizzazione di mercato dell'impresa prima dell'emissione (le cadute nel prezzo sono frazioni molto più ampie dell'ammontare emesso). [infotub.com/economia..



CONCLUSIONI

Dal 2001 ad oggi, la Juventus ha effettuato due aumenti di capitale (da 104,8 milioni nel 2007 e da 120 milioni nel 2011), con l’emissione di nuove azioni. Ragion per cui il prezzo di collocamento del 2001 pari a 3,7 euro deve essere rettificato per tenere conto delle due operazioni straordinarie.  (calcioefinanza.it)
Alla Vigilia del 23 settembre 2019 il titolo Juve quota € 1,40 non lontano da 1,35 calcolati da Milano Finanza nell'aprile del 2017.

A febbraio del 2019 ha emesso un Bond di 175 milioni. Il titolo ha registrato un massimo di € 1,81 il 17 settembre 2018 e una chiusura a € 1,72 il 16 aprile 2019. (da € 1.35 a € 1,72 ci sono ben 37 centesimi che ha già "sopravvalutato" il mercato).
Exor, il maggiore azionista  con il 63,8% metterebbe sul piatto 191,4 milioni, il fondo londinese Lindsell Train Ltd con l'10%, se partecipa, 30 milioni. La richiesta al mercato, che detiene il 26,2%,  sarebbe di 78,6 milioni (settantantottomilionieseicento!).

 


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